L'idea di tassare le transazioni finanziarie è suggestiva, proficua e moralizzante. Con il vortice di operazioni sui mercati finanziari, cresciute in maniera esponenziale negli ultimi due decenni, i governi ricaverebbero un bel gruzzolo di denaro e verrebbe scoraggiata la speculazione internazionale. L'idea non è nuova ed ebbe un grande successo nel 1972, quando venne teorizzata da James Tobin, in seguito insignito di un premio Nobel per l'economia. Adesso, la crisi dei debiti sovrani e l'enorme sete di denaro dei governi dell'area euro l'hanno rilanciata. Lo schema, proposto dalla Commissione europea, prevede di tassare a partire dal 2014 le transazioni su azioni e obbligazioni con un prelievo dello 0,1% e gli strumenti derivati con un'aliquota dello 0,01%. Nelle intenzioni dei proponenti, il gettito massimo potrebbe arrivare a 57 miliardi di euro all'anno.